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In questi giorni di emergenza nazionale il nostro lavoro in classe ha subito un arresto forzato. L’improvvisa chiusura delle scuole ci ha colti di sorpresa, come è accaduto a tutti gli operatori del settore educativo.

Da questa situazione inattesa è così nata l’esigenza di riorganizzare il materiale didattico per poter ripartire alla grande una volta superato questo periodo critico.

Molto spesso, il tempo per riorganizzare i materiali e approfondire gli studi è molto poco a causa degli impegni che si susseguono con frenesia. Stavolta, invece, proveremo a programmare materiali che probabilmente non ci serviranno già quest’anno, ma che a partire dal prossimo potrebbero essere un supporto indispensabile per attività legate alla preistoria dell’uomo. D’altronde ci sembrava il modo migliore per fronteggiare questo periodo di stallo a causa del coronavirus.

Dovete sapere, infatti, che uno dei nostri crucci, è sempre stato quello di non poter far toccare con mano agli studenti gli ominidi del passato. Anche per via dell’alto costo delle copie di fossili indispensabili per svolgere attività didattiche, abbiamo dovuto rinunciare a proporre dei laboratori per le scuole sull’evoluzione umana.

Così abbiamo deciso di cercare strade alternative, e con un po’ di ingegno siamo riusciti a trovare delle soluzioni che spero possiate condividere. 

  1. abbiamo pensato a quali reperti fossero indispensabili 
  2. abbiamo pensato a come poterli ottenere a costi contenuti
  3. ci siamo sbracciati e abbiamo provato a realizzarli 
  1. Il primo punto in fondo è stato il più semplice. Si, è vero che si potrebbero trovare decine di reperti utili all’argomento, ma dovendo fare una sintesi è necessario trovarne alcuni davvero indispensabili ai fini didattici. Abbiamo così fatto un elenco di cosa ci sarebbe potuto servire per mettere in piedi delle attività che permettessero ai nostri utenti di comprendere bene i meccanismi dell’evoluzione umana.  Da lì abbiamo scelto i nostri reperti. Molto bene, ma qui viene il difficile: dove trovarli senza spendere uno sproposito? La soluzione che abbiamo adottato in questo caso è stata quella di stampare direttamente i reperti. No, non le fotocopie, ma proprio copie  dei reperti create utilizzando delle moderne stampanti 3D che potete trovare nei vari fablab diffusi in Italia. La copia del nostro Australopithecus afarensis l’abbiamo trovata in uno dei vari repository online che offrono la possibilità di scaricare file di crani di ominidi famosi gratuitamente. 
  2. Una volta selezionati i file utili al nostro scopo abbiamo acquistato su www.amazon.it una bobina di PLA (circa 50 euro) con il quale di riescono a stampare in media un paio di reperti (molto dipende dalle dimensioni craniche della specie e da come il file è stato elaborato. A questo punto abbiamo stampato i reperti che ovviamente risultavano pieni di scarti di lavorazione e di “segni” di stampa.
  3. Per rendere il fossile credibile è stato quindi necessario un lavoro di rifinitura lungo ma molto interessante. In primis abbiamo carteggiato il reperto proprio per eliminare il più possibile i segni della stampa. In seguito abbiamo incollato con silicone i reperti che per necessità abbiamo dovuto stampare in 2 pezzi ed eliminato con stucco e carteggio eventuali segni per rendere omogeneo il pezzo. A questo punto abbiamo utilizzato un primer spray seguito da uno spray bianco per rendere uniforme il tutto. Infine abbiamo colorato con ocre e carbone per renderlo credibile e rifinito con un fissativo acrilico che impedisse alle ocre di deteriorarsi facilmente.

A noi il risultato finale è piaciuto molto e speriamo di mettere presto in campo questi nuovi materiali. Voi cosa ne pensate?